Sto facendo una mezza pazzia
M'è venuta la brillante idea di riordinare, ridigitalizzare e ri-editare tutto il mio archivio.
Ciao, sono Alessio Bottiroli e alcuni di voi mi ricorderanno per aver inviato parecchio tempo fa delle non newsletter a cadenza più o meno regolare sul mio modo di vivere la fotografia.
L'ultima volta in cui ti ho raccontato qualcosa in questo senso è stato quando ti ho spiegato come avessi provato ad approcciarmi ad uno stile non mio cercando di non uscire troppo dalla mia comfort zone per il bene di tutti.
Sono ancora convintissimo di quanto detto e sto elaborando una teoria che penso di poterti raccontare in un prossimo video o magari in una successiva non-newsletter. Staremo a vedere.
Quel che è certo, tuttavia, è che la mia paciosa, pigra, grassoccia comfort zone quest'anno ho deciso di abbandonarla in tanti ambiti, probabilmente sovrastimando di molto le mie reali possibilità e capacità, ma anche andando a sfidare un'idea che mi girava per la testa da tanto tempo.
Riordinare, Rivedere, Ridigitalizzare e Rieditare tutto il mio archivio fotografico.
Ora. Siamo sinceri. Io non è che abbia un archivio sterminato, ma credo di aver accumulato negli anni una discreta quantità di immagini, per lo più su pellicola.
Parliamo di migliaia di negativi e positivi tra 35mm, 120, 4x5, Polaroid, Instax e Fuji FP a separazione. Migliaia di immagini e se includiamo anche il digitale arriviamo facilmente alle decine di migliaia
Per dire. Queste sono le scatole SOLO delle polaroid fino al 2018.
Come vedete nel 2017 ci ho dato parecchio dentro e non è tutto qui. Infatti ho scoperto, risistemandole, di non riuscire più in alcun modo a ritrovare circa 500 tra SX70 e FP100 scattate dal 2016 al 2017 e che quando dovessi ritrovarle (le avrò messe dentro qualche scatola oscura) faranno lievitare ancora di più questa babelica torre di fotografie.
Ad ogni modo. Ho deciso di imbarcarmi nell'epica avventura di "ridigitalizzare" il tutto con il nuovo metodo che ho perfezionato nel tempo e che prevede l'utilizzo di una fotocamera e di una ottica macro invece dello scanner per pellicole.
Questo mi consente di andare ad acquisire non solo immagini ad una risoluzione più alta, ma anche con una migliore gamma tonale e con un peso che si aggira su 1/4 rispetto ai .tiff che ho attualmente in archivio.
Facendo 2 conti "spannometrici", dei miei 12 Terabyte di immagini analogiche digitalizzate dovrei arrivare all'incirca intorno ai 4Tb
Non solo. Il tutto verrà gestito tramite il workflow molto rigido che ho adottato negli ultimi 2 anni e che dipende in massima parte dall'uso di Capture One.
Specialmente considerando gli shooting che ho realizzato dal 2011 al 2013, che sono parecchi, questo avrà benefici enormi poiché all'epoca non solo non avevo mai sentito nominare Capture One (e forse manco esisteva), ma non avevo nemmeno mai usato Lightroom e per gestire l'archivio usavo solo Adobe Bridge.
Tutti i miei lavori quindi, compresi quelli che attualmente gestisco con Lightroom in cataloghi di dimensioni bibliche, passeranno sotto Capture One e sarà anche l'occasione per rivedere le immagini e rifare il processo di editing (inteso come culling) delle serie prima di procedere, se necessario, a ri-editare (inteso come photo-editing) le immagini migliori con l'occhio e il gusto del me stesso contemporaneo.
Al momento ho riacquisito circa una ventina di shooting e già mi sono accorto di alcune ingenuità che avevo commesso e di quanto il mio gusto sia cambiato nel tempo.
Non avere piú un attaccamento emotivo forte alle immagini (sono passati più di 10 anni) fa si che le possa vedere e giudicare con occhio più severo e imparziale.
Questo è importantissimo.
Alcune immagini che all'epoca ritenevo eccellenti mi sembrano ora scialbe o semplicemente banali. Altre, che invece avevo ignorato, oggi mi colpiscono e mi fanno tornare in mente il motivo per cui le avevo scattate.
Credo che questo processo mi terrà occupato probabilmente per tutto il 2023. Forse oltre. È un'impresa quasi titanica dato il tempo che posso dedicarci, ma lo voglio portare a termine assolutamente.
La bellezza di contraddirsi, rivedersi, rivalutarsi e a sprazzi riconoscersi a distanza di anni è assolutamente impagabile ed ho anche provato a rielaborare alcune di questa immagini.
Vi faccio un esempio concreto.
Questa è una di quelle immagini che nel 2012 ho incorniciato.
Rivedendola oggi ho sentito il bisogno di eliminare tutte quelle informazioni di colore che avevo mantenuto e passare ad un bianco e nero delicato quasi da cinema anni venti, con poco contrasto e che mettesse maggiormente in risalto la posa quasi ieratica che avevo chiesto a Miele (la modella).
Io non so se sia meglio ora o se fosse meglio prima. Ovviamente al momento credo che l'editing nuovo abbia più senso, ma è interessante guardarsi dentro e provare a capire come mai all’epoca avessi scelto di mantenere tutti i colori ed anzi enfatizzarli.
Mi sono dato una risposta.
In quell’occasione avevamo lavorato tutto il giorno per realizzare una serie di immagini per un brand di Voghera che mi aveva incaricato di mettere in risalto i vestiti che avrebbe venduto la primavera successiva.
Per il trucco avevo chiamato la BRAVISSIMA Giada Gilardoni che all'epoca stava proprio iniziando la sua super avventura di Make Up Artist.
Andate a vedere i suoi lavori perchè sono incredibili.
Verso fine giornata eravamo stanchi morti. 12 cambi abito. Se avete mai provato sapete cosa significa, ma eravamo molto soddisfatti, quello che serviva per il cliente l'avevamo raccolto ed era al sicuro.
A questo punto ho proposto di proseguire un'altra oretta e di sbizzarrirci un po' con il trucco, le pose e tutto il resto.
La prima reazione di Miele è stata questa :D
Ma siccome lei è eroica così come eroica è Giada e siccome io sono un rompiballe quando mi metto in testa una cosa, alla fine ci siamo inventati questo makeup.
Notare la GIOIA nell'approcciarsi ad un' altra oretta di foto
Come spesso accade, tuttavia, la fatica scompare davanti alla bellezza e il lavoro di Giada è stato tale da spingerci a scattare fino a sera. Siamo andati avanti e alla fine eravamo davvero felici, come si può esserlo solo quando si sa di aver fatto TUTTO quello che si voleva fare.
Trattandosi del sottoscritto posso assicurare che accade molto di rado, purtroppo.
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![](https://substackcdn.com/image/fetch/w_720,c_limit,f_auto,q_auto:good,fl_progressive:steep/https%3A%2F%2Fsubstack-post-media.s3.amazonaws.com%2Fpublic%2Fimages%2F28c67180-df08-4f7a-8e71-4e7dd228a211_1080x1623.jpeg)
Ecco quindi che quando si è trattato di lavorare le immagini per me stesso l'attaccamento a quel momento di gioia creativa, di sofferenza, di bellezza ha preso il sopravvento e ha fatto si che per me il colore fosse tutto.
Ha fatto si che l'immagine diventasse più importante di quello che pensavo di voler raccontare con le mie stesse fotografie e sicuramente se tornassi indietro rifarei la stessa scelta emotiva.
D'altra parte, certamente, non la considero nemmeno una scelta sbagliata. Aveva ed ha ancora perfettamente senso. Infatti le nuove elaborazioni di quello shooting vivranno parallelamente alle vecchie! Mica le cancello!
Probabilmente le vecchie immagini sono anche migliori, chi lo sa.
Io non lo so.
Tu cosa ne pensi?
Eccone un'altra che ho lavorato ieri notte
Comunque ve lo dico: vedere come il tempo abbia cambiato il ricordo del e l'approccio al mio stesso lavoro è comunque affascinante e il processo è sufficientemente sconvolgente da spingermi a proseguire.
All'epoca non potevo sapere cosa avrei pensato oggi. Sapevo solo quello che sapevo allora e allora tutto quello che sapevo era che amavo il tempo passato a scattare quelle foto.
Ora che vivo nel mio futuro mi viene in mente il passaggio cardine di Arrival, di Denis Villeneuve che recita:
Despite knowing the journey and where it leads, I embrace it and welcome every moment
Attenzione SPOILER, non guardare il video se non hai visto Arrival e pensi che prima o poi lo guarderai
Nulla è mai per sempre, nemmeno noi per noi stessi.
Un grande abbraccio
Haku
Le cose che ho fatto dall'ultima volta.
Nell'ultima non newsletter ti avevo detto che in quelle successive avrebbe trovato spazio una sorta di riassunto delle cose che avrei prodotto nel frattempo.
Il fatto è che di tempo ne è passato così tanto che ci vorrebbero 10 non newsletter per elencare tutto, quindi ti racconto solo le cose che mi sembrano più importanti:
Sul canale di Andrea Ciraolo ho realizzato corso completo di 2.30 ore su Lightroom Classic.
C’è proprio tutto quello che serve per iniziare
Ti ho parlato di come la fotografia ci migliora la vita
E come sempre sono riuscito a piazzare un typo nella copertina, mannaggiammè
E poi, non dimentichiamoci che:
Ti ho raccontato come bastare a se stessi in fotografia
Ti ho mostrato una delle mie 10 fotografie preferite
Ti ho suggerito come trovare il vostro stile contro tutti i perfidi prescrittivisti
Ti ho tediato (oddio spero di no) sul senso del nudo in fotografia.
Mi fermo qui, ma ultimamente, dato che ho cambiato lavoro, ci sto dando dentro di brutto e conto di non far più passare altri 7 mesi prima di scriverti ancora!
Come puoi aiutare il OTNOL a crescere?
Ci sono vari modi in cui puoi aiutarmi a far crescere OTNOL (se pensi che il mio progettino meriti di crescere)
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Ciao Alessio, certo il lavoro di riscansione è davvero una pazzia, ma potrebbe essere una buona idea se usato come pure archivo degli originali. Un po il rischio di tutti noi è "smanettoni" è quello poi di rimettersi a editare tutto ed entrare in un loop senza fine :) è davvero interessante quell'osservazione su come la percezione attuale del ricordo passato ti abbia portato a modificare cosi drasticamente la foto, facendola in bianco e nero. Non lo so neanche io quale sia la versione più bella, forse la risposta potrebbe essere che quando la il soggetto, la gestione dei colori sulla scena, la composizione, l'idea sono buone e sopratutto la luce è gestita bene, allora in molti casi saranno belle sempre entrambe le versioni, a colori e in bianco e nero
Sarebbe molto interessante un video sul tuo workflow di scannerizzazione!