Mettetevi comodi che mi sa che questa volta è lunghina.
Immaginate di essere nel Novembre del 1945 e partiamo da una cosa positiva: i nazisti hanno perso la guerra. Almeno questo.
Proviamo però per un attimo ad astrarre e togliamo per un momento l’etichetta di “Nazista”, le nefandezze che hanno messo in atto e non stiamo a guardare il periodo storico e ci concentriamo sui fatti prettamente tecnologici e scientifici, possiamo dire che da sempre i tedeschi hanno avuto intuizioni bizzarramente straordinarie e la forza di volontà per realizzarle. Guardate per esempio i Rotel Tours!
Essendo però tedeschi persino nelle situazioni più catastrofiche loro devono fare tutto nel modo “giusto”
E il modo giusto (dal punto di vista ingegneristico) non è mai “di fretta” o “A cazzo di cane” come direbbe Renè.1
Così, per farla brevissima e per banalizzarla, nel 1939 i tedeschi se ne escono con un’idea geniale che avrebbe certamente cambiato il corso della guerra che era appena scoppiata. Erano in espansione, erano già i più forti, e avevano inventato il caccia a reazione. Un vero e proprio caccia con due motori a getto. Mai visto prima.
Nel 1940 fanno il primo collaudo e tutto sembra perfetto, ma per vari motivi tra cui la ricerca spasmodica di una maggiore affidabilità, alla fine della fiera il primo Messerschmitt Me 262 entra in servizio nel luglio del 44 quando ormai la guerra ha cambiato direzione.
Sarebbe un aeroplano imbattibile, ma ormai è inutile.
Dall’altra parte, giusto per dire, gli americani fanno esplodere la prima bomba atomica il 16 luglio del 1945 (il famoso Trinity Test a nel New Mexico) e nemmeno un mese dopo, il 6 agosto, ne lanciano una su una città giapponese, poi siccome avevano fretta ne buttano anche un’altra tre giorni dopo e chiudono definitivamente la guerra.
Gli americani sono di bocca buona in quanto ad affidabilità. Provano una tecnologia in grado di cancellare l’umanità dalla faccia della terra una volta e per loro va già bene cosí. C’è da vincere, alle conseguenze ci pensano dopo.
Grazie della lezioncina, direte voi, ma che c’entra con le recensioni? E poi, recensioni di che?
Ci arriviamo.
Prendiamo un T.A.R.D.I.S., saltiamo al 2021 e vediamo che succede se spostiamo il discorso all’ambito fotografico. Ci sono persone che sono come i tedeschi in merito alle recensioni fotografiche e poi ci sono persone che sono molto americane. Di solito vincono le seconde. Anzi togliamo pure il “di solito”.
Sempre, vincono le seconde.
Vi faccio un esempio: poche settimane fa mi hanno chiesto di recensire una certa videocamera che potremmo definire “action” e questa volta ho pensato di accettare.
Da qualche tempo sto cercando effettivamente di inserire anche contenuti diversi sul mio canale, ve ne sarete accorti. Sto cercando di includere anche argomenti un po’ più popolari, non tanto per la possibile visibilità degli stessi quanto per dare più possibilità di essere scoperti anche a tutti gli altri contenuti che ho realizzato fino ad ora e che, naturalmente, tanto pop non sono.
Non so quanto possa l’algoritmo di Youtube, che a volte premia gente che scoreggia con le ascelle, spingere un video monografico su Andrey Tarkovsky.
Cosí, comunque incuriosito perchè comunque io amo i gadget tecnologici, rispondo e mi dico interessato ad una recensione senza alcun passaggio di denaro, senza controllo da parte della casa produttrice su quello che avrei detto e senza che io possa tenere il prodotto in modo da escludere ogni possibile manipolazione da parte della casa nei miei confronti.
Mi dicono “OK, ma puoi tenere la fotocamera solo una settimana, poi la devi rimandare indietro”
Ora, non so voi, ma io in una settimana non riesco a valutare nemmeno un trapano, figuriamoci uno strumento foto-video che ha decine di funzioni, modalità, con un software mai provato da me.
Com’è possibile giudicare davvero in cosí poco tempo la bontà di qualcosa? Com’è possibile che sul web ci sia pieno di recensioni scritte, registrate e trasmesse da persone che hanno potuto usare il gadget di turno a volte per meno di un giorno?
Com’è possibile parlare di una certa fotocamera a volte senza nemmeno averla mai vista? Come vai a dormire sereno la notte sapendo che qualcuno potrebbe spendere tipo 3 cucuzze semplicemente fidandosi del tuo fiuto per le specifiche?
Naturalmente questi contenuti escono tutti lo stesso giorno, 5 minuti dopo la fine degli NDA ed è quasi patetico vedere quanto ci si possa spingere a sgomitare per una fettina di quella torta. Eppure questi sono i contenuti che vincono e che fanno guadagnare con i link affiliati e gli sponsor.
Io sarò fin troppo tedesco (o romanticamente coglione), ma quando si tratta di consigliare qualcosa a qualcuno sapendo che poi quel qualcuno potrebbe anche spendere i suoi sudati soldi in quel qualcosa, voglio avere la certezza di aver valutato bene, di aver magari capito le stranezze del prodotto, di aver constatato con mano se ci siano o meno dei workaround per gli eventuali difetti, se magari qual prodotto possa o meno integrarsi nel flusso di lavoro delle persone simili a me, che sono poi quelle che seguono questo mio piccolo progetto e a cui voglio bene.
Perché dovrei dare alle persone che mi regalano un po’ della loro risorsa più preziosa, il tempo, un prodotto accalappia-revenue?
Insomma, non faccio come gli americani che buttano le bombe atomiche sperando in Dio. Sono più come i tedeschi (non i nazisti oh!) che piuttosto perdono la guerra, ma le cose le fanno bene.
E infatti la guerra la si perde alla grande. Sotto Natale come sempre escono decine e decine di fotocamere, obiettivi, accessori, aggiornamenti software, panettoni e parenti indesiderati, ma con il modo che ho io di approcciarmi a questo tipo di contenuti non posso di certo buttarmi nella mischia.
Infatti sto girando ora una recensione di una fotocamera che è uscita a settembre e non ho ancora finito di scoprirne tutti i dettagli: la Polaroid Now +
Vi racconto una cosa in merito, perchè se fate due conti sono già in ritardo di quasi 3 mesi rispetto all’uscita e chissà… forse il video uscirà il 26 dicembre che tutti sanno essere il due di picche delle feste.
Prima di tutto la macchina me la sono comprata da solo, spendendo i miei bei 150 eurini, cosa che credo mi consenta di parlarne in modo libero visto che se ha dei difetti il primo a cui girano le scatole sono io e se ha dei pregi, tanto meglio.
L’ho usata per tre mesi in varie occasioni, in differenti condizioni di luce, usando pacchi di pellicole piuttosto costose che nessuno mi ha regalato.
Quindi non l’ho usata per fare scatti a caso, ma per fare fotografie che per me avessero senso, come se fosse (e lo è) una delle mie altre macchine fotografiche che devono lavorare all’interno del mio flusso.
L’ho usta ad esempio per dei ritratti ambientati, come questo di Giancarlo Rado il giorno in cui l’ho intervistato.
L’ho usata anche per un progetto che sto portando avanti nelle mie pause pranzo dopo il maledetto rientro in ufficio (ve ne parlerò a tempo debito) e siccome con questa macchinetta ti danno anche una serie di filtri, non mi sono messo lì a provarli tutti uno dopo l’altro per vedere l’effetto che fa su fotografie senza senso. Li ho usati come li avrei usati per la mia normale fotografia.
Così facendo ho scoperto tante cose. Ad esempio che tende a sovraesporre un pochino, ma che usando l’applicazione (ottima) di polaroid e la modalità manuale questo piccolo difetto può essere superato.
Ho scoperto che la modalità ritratto o, se vogliamo, close-up, funziona davvero bene, anche qui specialmente utilizzando l’applicazione che ti dice se sei alla distanza giusta.
Tuttavia ho anche scoperto che il parallasse in questa macchina si corregge in modo leggermente diverso rispetto ad esempio alla One Step + cui ero abituato e infatti questa foto l’ho sbagliata e si vede benissimo.
Ieri quindi ho registrato una prima parte della recensione e mi mancava ancora solo una modalità da testare a fondo: la modalità “treppiede” per le lunghe esposizioni.
Ho quindi pensato di collegarmi al progetto “notturno” di cui vi avevo già parlato nell’articolo intitolato “Prototipi” e che sta procedendo spedito (presto altri aggiornamenti in merito).
Volevo capire se avrei potuto affiancare anche questo strumento a quelli che già sto usando per questo progetto.
Avrei potuto semplicemente accennare all’esistenza della modalità tripod, chiudere la recensione (che già cosí è di mezz’ora) e raccogliere i frutti comunque tardivi di un contenuto almeno vagamente pop, ma ho voluto provare comunque e con mia sorpresa e temporaneo sgomento ho scoperto che non funziona benissimo!
Almeno: i risultati che ho ottenuto seguendo le istruzioni della fotocamera sono tutti come la foto che qui sotto.
Se non avessi avuto la macchina abbastanza a lungo da provarla in tutte le sue modalità e in diverse situazioni reali, probabilmente, non avrei nemmeno mai provato la modalità treppiede.
E devo essere sincero! Devo ancora capire se il problema di sottoesposizione sia dovuto ad un difetto del software, dell’hardware (pellicole comprese) o del sottoscritto!
Quindi ecco che al momento un prodotto che fino a ieri sera avrei consigliato ad occhi chiusi, improvvisamente mi fa venire qualche dubbio.
Quindi ecco che adesso dovrò ripetere il test (non stanotte che qui diluvia) per capire meglio.
Quindi ecco che tiro un sospiro di sollievo nel non aver pubblicato una recensione viziata dalla fretta del time to market.
Mi sarò perso visite, qualche iscrizione al canale, qualche euro di monetizzazione, ho speso qualche decina di euro in pellicole, alcune ore di registrazione, ma almeno saprò di aver detto davvero tutto quello che nel limite del possibile ho potuto riscontrare di questa macchina.
Tuttavia, ancora un volta, credo che la guerra sia finita.
Finirò probabilmente come Hiroo Onoda: cocciutamente disperso.
Un abbraccio fortissimo
Haku
Magari tutti i creatori di contenuti mettessero questo tipo di cura nei loro video, il web sarebbe decisamente un posto migliore e si parlerebbe meno di fuffa.